Il 1° luglio scorso, alla presenza delle autorità rionali e comunali di Roma, del Ministro del turismo e della cultura angolano, dott. Filipe Silva de Pina Zau, della Ambasciatrice della Repubblica popolare di Angola in Italia, S.E. Maria de Fátima Jardim, e della vedova Maria Eugénia da Silva Neto, è stata inaugurata la statua di Agostinho Neto (si legga qui la notizia). La statua è stata installata in largo Beato Placido Rinaldi, di fronte alla scuola Armellini, nel quartiere San Paolo. Per far posto alla statua, è stata spostata la panchina arcobaleno contro le omofobie, la quale è stata ricollocata accanto a quella rossa contro i femminicidi. Il Gay Center di Roma ha fermamente protestato per questo (si leggano i resoconti qui e qui, per esempio).
Questa è il comunicato stampa completo della nostra associazione, ripreso dalle agenzie (qui)
— COMUNICATO STAMPA —
Agostinho Neto: il busto e la panchina arcobaleno
L’Associazione Italiana di Studi Portoghesi e Brasiliani (Aispeb), composta da docenti e ricercatori delle Università italiane, pur nel pieno rispetto delle ragioni di chi protesta per il riposizionamento della panchina arcobaleno di Largo Beato Placido Riccardi (ora significativamente collocata negli stessi giardini di fronte alla panchina rossa contro i femminicidi) per far spazio al busto di Agostinho Neto, ritiene imprescindibile preservare la memoria del primo presidente dell’Angola, contribuendo a chiarire le ragioni, forse equivocate, che hanno portato alla collocazione del memoriale del poeta, politico e medico angolano in un luogo non casuale della città di Roma. Agostinho Neto (1922-1979), lungamente perseguitato dal regime salazarista portoghese, che lo ha più volte arrestato e deportato in regime di carcere duro, ha guidato la lotta di liberazione del proprio popolo, contribuendo all’indipendenza dell’Angola e alla caduta di una dittatura liberticida in Portogallo. Nel centenario della sua morte, l’VIII Municipio – con il sostegno del comune di Roma, dell’Ambasciata d’Angola presso lo Stato Italiano e di numerose realtà accademiche del territorio – ha ritenuto opportuno omaggiare la figura del grande statista e scrittore angolano, in quanto simbolo della lotta per la libertà di un popolo, ottenuta anche a costo di immani sacrifici personali.
Da questo punto di vista, la scelta del luogo dove collocare il busto non poteva essere più appropriata e ribadisce l’importanza della salvaguardia della memoria come principio cardine di coesione di una comunità. Nel novembre del 1975, Piero Bruno, un giovane studente dell’Armellini – scuola che affaccia sulla piazza – perse la vita durante una manifestazione organizzata per chiedere al governo italiano il riconoscimento della recente indipendenza angolana. Il plurisecolare legame tra Roma e l’Angola chiama quindi in causa da un lato l’azione libertaria di Agostinho Neto e dall’altro la prematura scomparsa del giovane Piero Bruno. La collocazione del busto in quei giardini è stata, dunque, una scelta consapevole e altamente evocativa, nel nome di una comune lotta per la giustizia e la libertà.